
MESSICO
L'Europa ha segnato la storia del Messico come quella del continente americano creando, di fatto, un vincolo e relazioni che sono la base dei nuovio commerci e collaborazioni.
Il Paese gode di una posizione strategica, di una grande ricchezza di materie prime e, per diversi fattori, di competitività nei costi di produzione. Allo stesso tempo i paesi europei hanno sviluppato processi di produzione all'avanguardia, in grado di proporre alta qualità.
Il Messico è altresì ricco di materie prime ed è produttivamente in ritardo rispetto ai suoi vicini nordamericani. Vediamo quindi, nella stretta e leale collaborazione con i Paesi europei, l'opportunità di far crescere le economie di entrambe le realtà, sostenendo la base socio-produttiva comune: le piccole e medie imprese familiari. Per realizzare la nostra visione abbiamo creato un meccanismo di contatto che garantisce la base di questi possibili accordi: la conoscenza reciproca. Selezioniamo, sia in Europa che in Messico, i soggetti imprenditoriali affini e li mettiamo in contatto.


EMIRATI ARABI UNITI
Oltre l'85% dell'economia degli Emirati Arabi Uniti si basa sulle esportazioni di risorse naturali. Il petrolio, soprattutto, è la principale fonte di reddito dell'Emirato di Abu Dhabi, che può Oltre l'85% dell'economia degli Emirati Arabi Uniti si basa sulle esportazioni di risorse naturali. Il petrolio, soprattutto, è la principale fonte di reddito dell'Emirato di Abu Dhabi, che può vantare, al momento, riserve per altri 150 anni. L'Italia è l'ottavo partner commerciale degli Emirati Arabi Uniti a livello globale e le sue esportazioni nel paese sono ammontate a 4,72 miliardi di dollari (4 miliardi di euro) e ha importato 5,19 miliardi di dollari (4,8 miliardi di euro) di merci dagli Emirati Arabi Uniti nel 2020. Il settore maggiormente rappresentativo è stato quello manifatturiero (apparecchi elettrici, macchinari, prodotti in metallo, articoli farmaceutici) con circa 11 milioni di euro di prodotti esportati, seguito dal comparto dell'agricoltura con quasi un milione di euro di prodotti venduti. Gli Italiani residenti negli Emirati Arabi Uniti sono quasi 13.000. In particolare, a Dubai sono aumentati in maniera sostanziale negli ultimi anni e attualmente sono più di 10.000., al momento, riserve per altri 150 anni. L'Italia è l'ottavo partner commerciale degli Emirati Arabi Uniti a livello globale e le sue esportazioni nel paese sono ammontate a 4,72 miliardi di dollari (4 miliardi di euro) e ha importato 5,19 miliardi di dollari (4,8 miliardi di euro) di merci dagli Emirati Arabi Uniti nel 2020. Il settore maggiormente rappresentativo è stato quello manifatturiero (apparecchi elettrici, macchinari, prodotti in metallo, articoli farmaceutici) con circa 11 milioni di euro di prodotti esportati, seguito dal comparto dell'agricoltura con quasi un milione di euro di prodotti venduti. Gli Italiani residenti negli Emirati Arabi Uniti sono quasi 13.000. In particolare, a Dubai sono aumentati in maniera sostanziale negli ultimi anni e attualmente sono più di 10.000.


ALBANIA
L'Italia è tradizionalmente il primo partner commerciale dell'Albania (37% dell'interscambio commerciale dell'Albania con l'estero nel 2021, per un valore di oltre 1.261 mln. di Euro). Oltre il 61% delle importazioni in Italia di prodotti albanesi è costituito da articoli in pelle e d'abbigliamento (per un valore complessivo di ca. 611 milioni di euro). Ad oggi in Albania i prodotti maggiormente esportati sono prodotti tessili, alimentari, industriali e vengono importante materie prime. I sette paesi dei Balcani rappresentano per l’Italia un area di assoluto interesse. Dopo l’allargamento est, quest’area è divenuta in un certo senso “la nuova frontiera” dell’Unione Europea. Gli accordi di cooperazione economica e commerciale Balcani-Ue sono già rilevanti ed è possibile immaginare una prospettiva futura di completa integrazione dell’area con l’UE. In questo l'Albania gioca un ruolo centrale considerata la forte presenza italiana nel Paese e la lunga storia di “amicizia” fra i due popoli.


MAROCCO
Con un Prodotto Interno Lordo di 104 miliardi di dollari e un PIL Pro Capite di 3 miliardi di dollari, i settori dell'economia marocchina si suddivide nel seguente modo. Il 13% del PIL è rappresentato dal settore primario, il 29,7% dal secondario, mentre il terziario si aggiudica il 57,3%. Nel settore primario quello agricolo che resta un settore predominante della sua economia. Dai dati dell’Istituto Statistico Europeo, il Marocco è leader nelle esportazioni di ortaggi, in particolar modo del pomodoro verso l’Unione Europea. È uno dei paesi più pescosi al mondo ed è il primo esportare mondiale di sardine. Povero de risorse minerali più comuni, come pertolio e gas, il Marocco ha fatto del fosfato, nel settore secondario, la sua ricchezza principale. Il settore industriale marocchino è uno dei più sviluppati del continente ed è composto anche dall’industria tessile, dalla pelletteria, dalla trasformazione alimentare, dalla raffineria petrolifera e dall’assemblaggio elettrico. Negli ultimi anni nel settore industriale si stanno affermando altre attività come automotive, aeronautica, elettronica, chimica ed energie rinnovabili che apportano ricchezza e sviluppo nell’economia marocchina. Nel settore Terziario, con sette punti percentuale, sul totale del PIL, il turistico è uno dei settori di punta, ma grazie alle riforme di liberalizzazione del mercato sono in crescita molti altri campi, come quello bancario, finanziario e delle telecomunicazioni. In questo settore rientrano anche altri servizi come il commercio, la logistica, il trasporto, i servizi sanitari, la cultura e la formazione. Grazie a queste caratteristiche il Marocco si presenta come hab per rapporti commerciali con i paesi del Nord e centro Africa.


PANAMA
Panamá, ufficialmente Repubblica di Panamá , possiede una posizione geo strategica di primaria importanza, grazie al suo Canale Interoceanico ed alla sua posizione centrale nello scacchiere continentale americano ed è il più importante centro logistico di tutta l’America Latina, con i suoi due centri portuali di Colon e di Balboa che movimentano il maggior numero di container a livello sudamericano. I settori merceologici più dinamici sono: Ho.re.ca, infrastrutture, costruzioni, tessile e abbigliamento, gioielli e alta moda, apparecchi elettrici Colón Free Trade Zone ( www.colonfreezone.com ) è uno dei pilastri dell’economia panamense, comprende il Centro Finanziario Internazionale, un’efficiente infrastruttura portuaria e aereoportuaria e vige la libera circolazione del dollaro statunitense.


PERU
Il Perù confina a nord con Ecuador e Colombia, a est con il Brasile, a sud-est con la Bolivia, a sud con il Cile. È un paese in crescita le cui bilance economiche si mantengono su valori buoni. Il deficit fiscale è stato finanziato totalmente dal debito pubblico esterno a lungo termine. Lima è la capitale gastronomica del Sud America ed è la città con la media più alta del mondo di ristoranti stellati. Il Perù, in occasione dei World Travel Awards (WTA) 2016, sia stato eletto per il quinto anno consecutivo miglior destinazione gastronomica al mondo. Settori di opportunità: Industria estrattiva, energie rinnovabili, ferrovie, costruzioni, packaging, tessile e abbigliamento, alimentare.


AZERBAIJAN
L'Italia è diventata il principale partner commerciale dell'Azerbaigian nell'importazione di petrolio greggio e prodotti del petrolio. Il 51,9% delle esportazioni dell'Azerbaigian sono dirette in Italia sin dal 2003. L'Italia esporta in Azerbaigian soprattutto tubi per il settore petrolifero, tabacco, cuoio e mobili. l’Italia rimane il principale partner commerciale del Paese con una quota pari al 18,64% del commercio totale (circa 4,7 miliardi di $). La penisola italiana per contro è la prima destinazione dell’export dall’Azerbaigian con una quota del 27,72% (circa 4,3 miliardi di $) ed è il decimo fornitore mondiale (secondo tra i paesi dell’UE) con una quota del 2,96% (274,2 milioni di $). Notevole la crescita rispetto allo stesso periodo del 2017, in cui il commercio totale italo-azero si assestava intorno ai 2,3 miliardi di $ (crescita del 102%), mentre la quota dell’export dall’Azerbaigian era di circa 2 miliardi di $ (crescita del 113%). Le importazioni dall’Italia all’Azerbaigian avevano registrato un valore di 257 milioni di $, facendo registrare una crescita del 7% nell’anno in corso. Il carattere positivo di tali dati coincide con quanto diffuso dall'Unione Petrolifera, che ha indicato come nei primi 9 mesi del 2018 l'Azerbaigian si sia riconfermato il primo Paese fornitore di petrolio all'Italia. Nel periodo indicato le importazioni di greggio provenienti dall'Azerbaigian si sono assestate a 8,264 milioni di tonnellate, che rappresentano il 17,7% delle importazioni di petrolio dell'Italia.


CUBA
Cuba è, attualmente, l’82° mercato di destinazione per l’export italiano e il 9° in America centro-meridionale. Tuttavia, le riforme varate recentemente dal governo de L’Avana, con l’introduzione di benefici fiscali per gli investitori esteri e la riduzione delle barriere all’importazione di macchinari, rendono il Paese un mercato potenzialmente molto interessante per il Made in Italy, seppur in un contesto caratterizzato da rischi operativi e commerciali da gestire con esperienza. La Ley de Inversion Extranjera del 2014 promuove l’ingresso di capitali stranieri grazie alla definizione di una serie d’incentivi fiscali a favore delle società estere che intendano avere una presenza diretta nel Paese Le imprese italiane del comparto godono di vantaggi competitivi importanti rispetto ai migliori concorrenti esteri (flessibilitá, vicinanza culturale, buona percezione presso gli operatori/istituzioni locali). le spedizioni italiane a L’Avana sono costituite da: • meccanica strumentale (29%), • chimica (12%), • apparecchi elettrici (12%), • metalli (11%), • gomma e plastica (10%), • prodotti in legno (7%), Cuba emette pagamenti con lettere di credito irrevocabili non confermate. Pur ritardando a volte i pagamenti, essendo il credito statale, ad oggi i pagamenti sono sempre stati rispettati.



COLOMBIA
La Colombia, capitale Bogotá, ufficialmente República de Colombia è uno Stato della regione nord-occidentale dell’America Meridionale; il paese ha una popolazione che supera i 46 milioni di abitanti secondo l’ultimo censimento nazionale, ed è il secondo paese più popoloso del Sudamerica Ha il più alto PIL nominale e pro capite del paese, contribuendo in buona parte al totale nazionale (24,5%), ed è la sesta città per PIL in America Latina. È anche la più grande piattaforma di business in Colombia dove si trova la maggior parte delle imprese ad alto impatto. Medellin: centro finanziario, commerciale e industriale, è la sede di aziende nazionali e internazionali in settori come il tessile, l’abbigliamento, la lavorazione dei metalli, l’energia, la finanza, la sanità, le telecomunicazioni, edilizia, automobilistico e alimentare. L’indagine più recente sullo stato globale delle Smart Cities di Indra Sistemas cataloga Medellín come una delle migliori città in cui vivere in Sud America. Costruzioni (previsione di crescita: 4,2% annuo) Agricoltura (previsione di crescita: 2,1% annuo) Commercio e servizi (previsione di crescita: 2% annuo) Industria (previsione di crescita: 3,5% annuo) La gastronomia e i prodotti alimentari italiani d’eccellenza sono molto richiesti dai consumatori colombiani. Il settore dell’abbigliamento e della pelletteria (soprattutto quello delle calzature) si conferma un mercato estremamente proficuo per le imprese italiane. I macchinari per l’industria in generale rappresentano la voce più importante di esportazione verso la Colombia. In particolare macchinari per l’industria manifatturiera, per imballaggi, per la lavorazione di carni.


SVEZIA
La Svezia è un mercato maturo, ad alto potere d’acquisto, con consumatori attenti alla qualità, alla sostenibilità e alla salute.
Per le imprese italiane, rappresenta un’opportunità rilevante grazie alla forte reputazione del Made in Italy, in particolare nel comparto agroalimentare e bevande.
L’Italia è tra i principali fornitori della Svezia nell’agroalimentare, soprattutto per vino, pasta, olio extravergine di oliva, formaggi DOP, conserve e prodotti dolciari.
Nel 2024, l’export agroalimentare italiano verso la Svezia ha mostrato una crescita costante, trainata dalla domanda di prodotti premium, biologici e a basso impatto ambientale.
La Svezia importa gran parte del proprio fabbisogno alimentare (oltre il 50%), il che rende il mercato aperto a fornitori esteri affidabili.
La distribuzione è dominata da grandi gruppi GDO come ICA Gruppen, Coop Sverige e Axfood, che concentrano gran parte delle vendite. Il canale e-commerce alimentare è in espansione.
Le tendenze di consumo denotano una forte crescita di prodotti plant-based e vegani, attenzione alle certificazioni Bio, Fairtrade e Carbon Neutral, preferenza per packaging sostenibile e trasparenza sulla filiera.
I consumatori svedesi sono disposti a pagare di più per un prodotto autentico, salutare e con storia.
Le maggiori opportunità pre le imprese italiane si identificano nei:
prodotti tipici DOP/IGP con forte legame territoriale; linee bio e free-from (senza glutine, senza lattosio); preparati e piatti pronti di alta gamma per un target urbano con poco tempo per cucinare.


CIPRO SUD
Cipro Sud è un mercato di piccole dimensioni ma ad alto potenziale per il Made in Italy, grazie ai legami storici e culturali con l’Europa e alla forte presenza turistica internazionale.
Nel 2024 l’export italiano verso il Paese ha superato i 400 milioni di euro, con una prevalenza di macchinari, materiali da costruzione, moda, arredamento e prodotti agroalimentari.
Il Made in Italy è sinonimo di qualità e lifestyle mediterraneo, elementi molto apprezzati sia dai residenti che dal settore turistico-alberghiero.
Nel comparto agroalimentare, l’Italia esporta principalmente vino, pasta, olio extravergine di oliva, formaggi DOP, conserve e prodotti dolciari.
Il vino italiano è richiesto sia nella ristorazione di alto livello sia nella GDO, con attenzione alle etichette DOC/DOCG e agli spumanti.
La pasta e i sughi pronti trovano spazio grazie alla diffusione della cucina italiana e alla domanda da parte degli operatori HoReCa.
L’olio EVO italiano è particolarmente competitivo nella fascia premium, anche per la familiarità del consumatore cipriota con l’olio d’oliva.
Opportunità crescono nei segmenti bio, senza glutine e gourmet, in linea con il turismo di fascia alta e le tendenze salutistiche.
La distribuzione moderna è dominata da poche catene, ma con crescente attenzione a referenze di nicchia e di origine certificata.


CROAZIA
Il mercato croato per i prodotti italiani è storicamente ricettivo grazie alla vicinanza geografica, ai legami culturali e alla comune appartenenza all’UE, che elimina dazi e facilita la logistica.
L’Italia è stabilmente tra i primi fornitori della Croazia, con una quota di importazioni attorno al 14-15 % del totale, trainata non solo dall’agroalimentare ma anche da macchinari, moda, arredo e materiali da costruzione.
La domanda è sostenuta dal turismo, dalla crescita della classe media urbana e dall’alta percezione di qualità del Made in Italy.
Le opportunità sono ampie, ma esiste concorrenza da fornitori UE e un progressivo rafforzamento della produzione locale in alcuni settori.
Per il settore agro alimentare la Croazia, nel 2024, ha importato cibo per un valore di circa 6 miliardi di euro, un aumento significativo rispetto ai 2 miliardi circa di poco più di dieci anni fa. Le importazioni rappresentano ormai circa metà del consumo alimentare totale del paese. Questa forte dipendenza dalle importazioni crea un mercato ricettivo per fornitori esteri, inclusi quelli italiani.
I principali fornitori di prodotti alimentari alla Croazia sono Germania, Italia, Slovenia, Ungheria e Polonia.
Le migliori opportunità sono legate a prodotti come pasta, riso, salumi, formaggi, frutta, settori nei quali l’Italia è tradizionalmente forte.
In particolare, la Croazia importa quantità crescenti di carne, latticini, prodotti da forno, con importazioni in aumento anche in tonnellate.
Il settore della trasformazione alimentare (food processing) è molto dipendente dalle materie prime importate.
Il mercato agroalimentare in Croazia è in rapida espansione e sempre più aperto alle importazioni, specialmente nei segmenti premium.


PAESI BASSI
Secondo Trading Economics, le esportazioni totali dall’Italia verso i Paesi Bassi hanno raggiunto circa 20,92 miliardi di USD nel 2024, secondo i dati del database COMTRADE dell’ONU.
Le imprese italiane esportatrici verso l’Olanda includono PMI e aziende di medie dimensioni nei comparti manifatturiero, farmaceutico e agroalimentare.
I prodotti principali esportati verso l’Olanda includono vaccini, sangue, antisieri, tossine e colture, che valgono circa 1,52 mld $, pari al 13,3 % delle esportazioni totali italiane verso quel mercato.
Seguono merci come petrolio raffinato (786 mln $) e prodotti farmaceutici e meccanici ad alto valore aggiunto.
I beni di consumo, i macchinari industriali e le autovetture sono fra le più esportate dall’Italia in generale, e in parte verso l’Olanda.
L’Olanda, oltre a consumare prodotti finiti importati dall’Italia, svolge un ruolo logistico come hub europeo — Rotterdam è il principale porto per la redistribuzione nel Nord Europa.
Non vi sono dati aggiornati ma nel 2021, l’Italia aveva esportato nei Paesi Bassi circa 1,20 miliardi di euro in prodotti alimentari, mentre allo stesso tempo importava dall’Olanda per circa 2,40 miliardi di euro. Questo indica che i Paesi Bassi restano un mercato significativo, sebbene caratterizzato da un surplus olandese nelle vendite di prodotti agroalimentari.
Bisogna considerare che i Paesi Bassi sono tra i primi esportatori mondiali di prodotti agricoli, grazie a un’industria molto meccanizzata e orientata all’export. In particolare, eccellono in fiore, bulbi, pomodori, cetrioli e peperoni.
La forte reputazione del Made in Italy – in particolare in vino, pasta, olio, formaggi e conserve – può essere valorizzata in questo mercato anche attraverso canali di re-export o grande distribuzione moderna.


DANIMARCA
Nel 2024, l’Italia ha esportato in Danimarca beni per un valore di circa 4,17 miliardi di USD, secondo i dati del sistema COMTRADE dell’ONU.
L’Italia rappresenta circa il 3,6 % delle importazioni totali della Danimarca, posizionandosi tra i principali partner commerciali danesi.
Nel quarto trimestre 2024, tra i beni più esportati figurano macchinari e apparecchiature (circa 186 milioni di €) e prodotti alimentari e bevande (circa 179 milioni di €).
Questi i prodotti, nell'agroalimentare, che garrirebbero margini di ampliamento del mercato:
Vini (DOC e DOCG), Spumanti e Vermouth: La Danimarca è un mercato maturo per il vino ma con forte crescita per etichette premium e biologiche. I consumatori apprezzano il racconto del prodotto e la sostenibilità.
Pasta artigianale, senza glutine, integrale: Il consumo di pasta cresce, ma la penetrazione di prodotti speciali è bassa. Trend salutistico in aumento.
Parmigiano Reggiano, Pecorino, burrata: Alta disponibilità di pagare per qualità; la cucina italiana è molto popolare nei ristoranti danesi.
Olio di oliva extravergine EVOO DOP, biologico, monocultivar: La domanda di oli di alta qualità cresce in abbinamento con il trend “mediterraneo sano”.
Pomodori DOP, sughi pronti, tartufi: Forte interesse per prodotti pratici ma gourmet.
Prodotti bio e salumi vegetali, legumi, alternative lattiero-casearie: Il mercato danese è tra i più avanzati in Europa per consumo di plant-based.


SVIZZERA
La Svizzera è uno dei mercati extra-UE più importanti per l’Italia, stabile e ad alto potere d’acquisto e l'Italia è tra i primi partner commerciali, con esportazioni forti in agroalimentare, moda, arredamento, meccanica di precisione e gioielleria.
Il contesto normativo è rigoroso, specie per l’agroalimentare, ma l’assenza di barriere tariffarie grazie agli accordi bilaterali e la rete logistica efficiente rendono l’accesso al mercato agevole.
In particolare le importazioni svizzere di alimenti e bevande superano i 8.6 miliardi di euro e rappresentano circa il 6 % delle importazioni totali del Paese. Le principali categorie importate includono frutta, verdura, frutti di mare, carne, latticini, e prodotti speciali come caffè, cioccolato e vino.
Nel primo semestre 2025, l’export Made in Italy verso la Svizzera è aumentato del +18,4%, segnalando un mercato in forte espansione e resiliente anche nel contesto extraUE.
Nel 2024 la Svizzera si posizionava come quinto mercato di destinazione per l’export italiano, con flussi commerciali che testimoniano un legame forte e dinamico. Perché, quindi, puntare sul mercato elvetico ?
Apprezzamento della qualità italiana: il Made in Italy gode di alta considerazione in Svizzera, sia tra i consumatori che tra i buyer, per la sua autenticità e valore qualitativo.
Prossimità geografica e affinità culturale: la vicinanza e la familiarità culturale rendono il mercato elvetico particolarmente accessibile, specie per le PMI.
Stabilità economica e normativa: la Svizzera offre un contesto affidabile, favorendo investimenti a medio-lungo termine


HONG KONG
Il valore complessivo dell’export italiano verso Hong Kong nel 2024 è stato di circa 5,44 miliardi USD, con Hong Kong che si conferma un importante partner commerciale extra UE per l’Italia.
Nonostante non siano disponibili cifre specifiche sull’export agroalimentare italiano, il Made in Italy è ben posizionato nei segmenti di qualità: vino, moda, lifestyle, arredo e design sono i principali motori dell’export italiano verso questa destinazione.
Per quanto attiene il mercato dell'oreficeria nel 2024, Hong Kong ha importato gioielleria e parti in metalli preziosi dall’Italia per un valore di circa 565,6 milioni USD.
Hong Kong figura tra i primi 7 mercati mondiali per l’export della gioielleria italiana, confermandosi come piattaforma centrale per l’accesso al mercato asiatico. Quindi con una strategica funzione di HUB per l'area.
Peraltro i consumatori di Hong Kong apprezzano i marchi di prestigio europei autorevoli per creatività, qualità artigianale e autenticità ed oltre il 70% delle vendite derivano da acquisti di turisti (soprattutto della Cina continentale), rendendo Hong Kong una vetrina strategica.
Un aspetto critico è determinato dalla qualità e controlli: gli importatori locali richiedono elevati standard qualitativi e certificazioni, lamentando talvolta discrepanze nella qualità o nel packaging dagli esportatori italiani.


COREA DEL SUD
La Corea del Sud è una delle economie più dinamiche dell’Asia, con consumatori ad alto reddito e una forte apertura ai prodotti stranieri di qualità.
Nel 2024, l’export italiano verso il Paese ha superato i 6 miliardi di euro, trainato da macchinari, moda, automazione, arredo e agroalimentare.
Il Made in Italy gode di un’immagine prestigiosa, legata a design, artigianalità e lifestyle, che agevola l’ingresso in diversi comparti.
Nel settore agroalimentare, l’Italia esporta principalmente vino, pasta, olio extravergine di oliva, formaggi DOP, caffè e prodotti dolciari.
Il consumo di vino italiano è in forte crescita, grazie alla curiosità per le etichette regionali e al boom della ristorazione italiana nelle città coreane.
La domanda di pasta e sughi pronti aumenta, spinta dalla vita urbana frenetica e dall’attrattiva della cucina mediterranea.
I consumatori coreani sono sensibili a packaging curato, storytelling di marca e certificazioni di origine (DOP, IGP, Bio).
Opportunità emergenti si trovano nei prodotti bio, plant-based e premium convenience food, in linea con i trend salutistici locali.
Il mercato è competitivo, con forte presenza di altri fornitori europei, ma resta aperto a novità di qualità.
